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TREE presente a Doha in Qatar per la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

TREE presente a Doha in Qatar per la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

L’Ing. Stefania Proietti, Presidente di TREE, ha recentemente partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del pianeta, svoltasi a Doha in Qatar.

Come referente del settore ‘Capacity Building‘ del progetto SHARE (Stazioni ad Alta Quota per la Ricerca sull’Ambiente) condotto dal Comitato Ev-K2-CNR, l’Ing. Proietti ha relazionato nel corso del side event organizzato il 6 dicembre dal governo del Nepal nell’ambito della COP 18 presso il Qatar National  Conference Centre . Durante l’evento, alla presenza del Ministro dell’Ambiente della Scienza e della Tecnologia del Nepal, Dr. Keshab Man Shakya, e di numerosi altri negoziatori dei Paesi aderenti alla Mountain Partnership, l’Ing. Proietti per Ev-K2-CNRha relazionato sulle attività di ricerca e di trasferimento di know how e tecnologia per costruire competenze e promuovere lo sviluppo sostenibile delle regioni di alta montagna, tra gli ecosistemi piu’gravemente minacciati dall’aumento costante delle temperature, aree tanto importanti quanto vulnerabili di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.

L’Ing. Stefania Proietti è stata inoltre intervistata presso il Climate Change Studio della UNFCCC sui temi di ricerca e trasferimento tecnologico per la mitigazione dei cambiamenti climatici oggetto della collaborazione con il Comitato Ev-K2-CNRe sulle attività di ricerca applicata sviluppate dallo spin-off TREE.

A Doha, dopo tredici giorni di negoziazioni, le parti dell’UNFCCC hanno trovato un accordo sul documento finale battezzato “Doha Climate Gateway” . La più rilevante tra le decisioni incluse nel Climate Gateway è il tanto atteso emendamento al Protocollo di Kyoto, che stabilisce un secondo periodo di impegni della durata di otto anni (1 gennaio 2013 – 31 dicembre 2020), dopo il quale dovrebbe entrare in azione il nuovo accordo legalmente vincolante da definire nell’ambito della Durban Platform. Da qui deriva l’unico successo di Doha: l’aver salvato il mercato UE delle emissioni, che sarebbe inevitabilmente crollato senza una proroga al Protocollo di Kyoto. E’ un fatto importante, perché mantiene in vita quello che in questi anni e’ stato l’unico mercato da cui si potesse ricavare il prezzo delle emissioni e quindi il costo che chi inquina deve pagare alla societa’. Inoltre, il mercato europeo sara’ a breve affiancato da quello californiano e da quello australiano, il che permettera’, come spiegato in un precedente post, importanti guadagni di efficienza se questi mercati saranno tra loro collegati.

Sul fronte dei finanziamenti di lungo termine, i lavori sono stati estesi fino alla fine del 2013 con l’obiettivo di supportare i Paesi sviluppati nell’identificare nuove risorse finanziarie per rispettare il loro impegno di mobilitare entro il 2020 100 miliardi di dollari destinati al sostegno di misure di riduzione delle emissioni e di protezione dai danni indotti dal cambiamento climatico nelle nazioni in via di sviluppo. Obiettivo che appare lontano e improbabile, visto che ad oggi sono stati mobilitati meno di 2 miliardi di dollari (dovevano essere 30 miliardi entro il 2012).

Infine, la Conferenza ha deciso di istituire un meccanismo internazionale, i cui dettagli si definiranno a partire dalla prossima sessione negoziale, per affrontare il tema dei danni e delle perdite associate ai cambiamenti climatici. In particolare, viene richiesto ai Paesi sviluppati di trasferire ai Paesi in via di sviluppo fondi, tecnologie e capacity-building per affrontare gli impatti in cui essi incorreranno.

 

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